I duetti

Si tratta di canzoncine scherzose di argomento amoroso, alcune di corteggiamento ed altre a “dispetto”; a volte piene di doppi sensi, anche scurrili, a volte romantiche o passionali. Gli interpreti erano in prevalenza una coppia mista, un uomo ed una donna.questo pertetteva al cantante o al buffo di far partecipare alla sua performance una attrazione femminile della serata che in genere non veniva scritturata per parti “recitate” ma solo per esibirsi nel canto e nella danza.



Il duetto fu un numero molto amato nei cafè-chantant e trovò nei posti dell’epoca un terreno particolarmente fertile per la loro scrittura. Vi si cimentarono Salvatore Di Giacomo, Roberto Bracco, Pasquale Cinquegrana e molti altri. Anche in questo caso le origini debbano essere ricercate nell’opera buffa settecentesca come La serva padrona di Pergolesi, e per quanto riguarda specificatamente il teatro di varietà, in quello francese che però tese a proporre delle figure stilizzate molto più generiche di quelle napoletane. I duettisti partenopei preferirono inserire i loro personaggi nel contesto locale, ricreando personaggi del popolo e riprendendo gli stili dei battibecchi amorosi tipici dell’epoca. C’è da dire, inoltre, che lo stile del duetto ricevette una grossa influenza da quello delle macchiette a cui, in un certo qual modo, si rifaceva.