Protagonisti : G.B. De Curtis

Napoli 20/07/1860 – Napoli 15/01/1926

𝐆. 𝐁. 𝐃𝐞 𝐂𝐮𝐫𝐭𝐢𝐬, nacque a Napoli il 20 luglio 1860. Il padre, Giuseppe, era un pittore-decoratore; la madre, Elisabetta Minnon, era nipote del famoso compositore Saverio Mercadante. G. B. De Curtis era dotato di un naturale talento artistico, non terminò gli studi tecnici, pittorici e musicali intrapresi, rimanendo, praticamente, un autodidatta. A Sorrento, ospite del Comm. Guglielmo Tramontano, nel 1892, Giambattista incontrò colei che gli ispirò la sua prima celebre canzone, “Duorme Carme’ ”. Si trattava di una contadina che si recò in albergo con un cesto di frutta. Il poeta le chiese: “Come ti chiami?”, “Carmela Maione” rispose la ragazza, “Cosa fai qui?” domandò ancora de Curtis, “sono la figlia di un colono del commendatore e abito a Fuorimura”, il poeta non ancora soddisfatto: “Cosa fai di solito?” “Dormo!”, rispose la giovane. E fu così che Giambattista de Curtis, compose l’immortale canzone in cui è detto: “Duorme Carme’, che ‘o cchiu bello da vita è ‘o durmì”. Sia per i testi delle canzoni che, come vedremo, per le poesie, all’artista bastava infatti un semplice spunto per tradurre in versi i suoi pensieri. Uomo curioso ed amabile, mai avaro di complimenti con le belle donne, nonostante ciò, fu seriamente legato solo a Carolina Scognamiglio, che sposò nel 1910, dopo quasi venti anni di fidanzamento e all’età di cinquant’anni. Grazie ad un episodio accaduto nel 1902, quando il Capo del Governo, Onorevole Giuseppe Zanardelli, fu ospite del Grand Hotel, Il Comm. Tramontano, per farsi perdonare delle sue insistenze circa l’apertura di un ufficio postale e per assicurarsi che Zanardelli, una volta a Roma, provvedesse alla richiesta, chiese a Giambattista ed Ernesto De Curtis (talentoso fratello) di scrivere in fretta e furia una canzone da dedicare all’illustre ospite. Nacque così la celeberrima 𝐓𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚 𝐒𝐮𝐫𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭. L’onorevole fu salutato, alla partenza, dall’esecuzione di una improvvisata Torna a Surriento, successivamente modificata nel testo. Ernesto riprende una melodia scritta qualche anno prima, Gian Battista scrive il testo di getto. Il sindaco riesce nel suo intento tanto è vero che l’ufficio postale viene aperto. Trascorsi un paio d’anni la canzone partecipa alla festa di Piedigrotta. Successivamente diventa un successo di fama internazionale interpretato da celebri artisti, tra cui anche Luciano Pavarotti. Le sue lunghe permanenze sorrentine, l'amore che portava verso questo lembo di terra e i soggetti delle sue creazioni poetiche e musicali, fecero si' che venisse considerato a tutti gli effetti, dagli abitanti un “sorrentino”. Ritornò a Napoli, nella sua casa al Vomero (un piano-terra in via Luca Giordano ) , nel 1916. Ivi mori' il 15 gennaio 1926.