Oreste Vessella - Direttore d’orchestra e Compositore
(1877-1963)
Ennesimo personaggio dimenticato, nativo di Alife, da Crescenzo e Borrelli Concetta,
all’epoca appartenente al territorio di Terra di lavoro, oggi provincia di Caserta.
Fu allievo di clarinetto, presso il Conservatorio di Napoli di Pontillo e Gaetano Labanchi,
per poi passare alla Composizione sotto la guida di Camillo De Nardis. Successivamente di
traferì a Genova ove si perfezionò, in Contrappunto, col maestro Gaspare Gozzi. Tornò quindi
ad Alife ove, giovanissimo, diresse la Banda Municipale locale. Nel 1901 si imbarcò, con i tre
fratelli, per gli Stati Uniti. Gli inizi furono alquanto duri, si ridusse, lui che era un multi
diplomato in musica, a suonare il clarinetto nella grande Banda che si esibiva allo Steel Pier
di Atlantic City. Dopo un anno, approfittando di un periodo d'assenza del direttore musicale,
si volle provare il Vessella come sostituto. Bastò l'esecuzione del primo numero. Fu una rivelazione.
Una rivelazione e una rivoluzione. Vessella fu nominato direttore effettivo, "sul colpo". Sposò, quindi,
nel 1904, la signorina Edna Egan, figlia di un facoltoso industriale di Cincinnati; il loro idillio durò
appena cinque anni, si separarono nel 1910. Avendo acquisita la cittadinanza americana partecipò alla
Prima guerra mondiale. La sua carriera artistica durò un arco di ben 21 anni, divenne fra i più celebri
direttori di banda degli stati Uniti, artefice massimo dei concerti tenuti allo Steel Pier, venne collocato
in pensione nel 1927.
Un cronista ebbe a scrivere “…Voi possedete in Oreste Vessella uno dei grandi interpreti all'estero della
italianità che si esprime col pentagramma'' e poi “ Oreste Vessella è un interprete della italianità
gioconda e sorridente che incorona di rose la vita. La sua musica, infatti, è tutta sole: calda, fremente,
carezzevole, leggera, vaporosa, pur mantenendo sempre la nota passionale, propria ai meridionali; e ch'è il
segreto che la rende comunicativa e conquistatrice”. Anche tre suoi fratelli Marco, anch’egli Capo Banda a
Long Beach, California, Giacomo, flautista e Francesco, cornettista) furono tutti eminenti rappresentanti
italiani nel mondo musicale americano. Oltre che riconosciuto eccellente Direttore d’orchestra il Vessella
fu anche prolifico compositore, scriveva un periodico musicale dell’epoca: “…è ancora, e rimarrà! Rimarrà,
perché la sua banda (composta di ben 41 elementi) è ormai famosa; è un'istituzione di Atlantic City. Negli
Stati Uniti - nei grandi centri, ove convengono le folle colossali - il poter udirla è una fortuna. È una
banda contesa a colpi di banconote. Ogni sua esecuzione è una festa d'arte. Perché la banda Vessella è la
più conosciuta negli Stati Uniti? Perché ad ognuno dei suoi concerti della grande stagione assistono non
meno di quindicimila persone? E, perché questa moltitudine, che conviene anche da centri lontani, acclama
freneticamente, ritorna ai concerti, e applaudisce ancora con delirio? E ancora. Perché questa banda italiana
è la sola che incida dischi per la Victor? Perché questi dischi verdiani, wagneriani, pucciniani, ecc. che
sono ormai più di trecento, trovano enorme diffusione anche fuori degli Stati Uniti, e in Italia specialmente?
Fra le tante ragioni abbiamo: La fedeltà dei tempi, che tanti maestri del luogo violano spesso e volentieri.
L'equilibrio. In questo paese le bande hanno troppi ottoni e gli effetti sono tutt'altro che musicali. Il Vessella
sa il segreto del giusto equilibrio fra gli ottoni e gli strumenti ad ancia. Il perfetto assieme; la fusione e
l'affiatamento ideali che danno all'esecuzione euritmia e raffinatezza. Infine: lo scatto. Si aggiunga che il
Vessella, che dirige a memoria, e a memoria dà le entrate ai numerosi gruppi della compagine bandistica. Bell'uomo,
alto, slanciato, occhi neri sfolgoranti, gesto signorile, egli dirigendo, esercita sulla sua massa un magnetismo
ch'è ragione non ultima delle eccellenti esecuzioni. Quante marce, quanti ballabili ha composto il Vessella? E
chi può contarli? Dappertutto si suona musica di Oreste Vessella; e la si riconosce subito: tutta sole. Quel
sole che nessuno ci strappa. Nostro, tutto nostro. E ch'è forza, bellezza, amore! Non ci sono molte biografie
sul maestro Oreste Vessella, ma di certo i giri con la sua banda musicale (Vessella’s Italian Band) sono stati
acclamatissimi, e nelle grandi città americane e nel Canada “il successo è stato sanzionato dagli echi entusiastici
della stampa.” Oreste Vessella e la sua ‘Vessella’s Italian Band” lavorarono principalmente per due prestigiose
etichette musicali americane dell’epoca: - nel periodo 1911-1914 con la “The Victor Talking Machine Company” (
1901–1929) che aveva sede a Camden (New Jersey – USA)) e che è stata la pioniera nella produzione di apparecchi
fonografici e grammofoni; e - nel periodo 1920-1926 con la “The Brunswick-Balke-Collender Company Machine Co.”
di Chicago (Illinois – USA), a lunga conosciuta per essere la più grande azienda mondiale di produzione di
attrezzature per biliardo, ma che, nel periodo degli anni ruggenti degli apparecchi fonografici e dei grammofoni,
vedendone un’utile opportunità, entrò massicciamente nella nicchia di mercato. Nel repertorio abituale della
famosa Banda non potevano mancare le canzoni napoletane, Maria, Marì!, ‘O sole mio!, Funiculì funiculà, Comme
facette mammeta…La spagnola e Addio a Napoli vennero anche incise su 78 giri.
Due anni prima della scomparsa, sebbene sofferente per un lieve ictus scrisse, quasi un’epigrafe, sulla rivista
specializzata The Instrumentalist : “"Mi sono impegnato e continuerò a impegnarmi per dare alla mia amata America
il meglio che la musica della band possa offrire." Oreste Vessella si spense in una casa di riposo di Atlantic
City, Stato del New Jersey, il 20 giugno 1963.