Il brigante Musolino

La canzone napoletana e il fenomeno del brigantaggio meridionale.

Tratteremo di un argomento molto discusso e controverso, relativo a un ben determinato periodo storico dell’Italia post unitaria: quello relativo al fenomeno del Brigantaggio nelle province meridionali del Regno. Nello specifico argomento, che andremo a illustrare, ci ha sorpreso la mancanza assoluta di firme prestigiose nel nostro enorme panorama autorale della canzone napoletana. Un'attenta disamina ed analisi di molte centinaia di canzoni pubblicate nel periodo inerente quel triste fenomeno (1860-1890), assolutamente poco considerato dai grandi editori dell’epoca! Considerando le molteplici tematiche dell’epoca, che potevano andare dall'inaugurazione di Grandi magazzini, opere pubbliche, (acquedotto del Serino, la prima illuminazione pubblica, la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele, i nuovi mezzi di trasporto ecc.), oltre quelle di carattere oleografico, e paesaggistico, in genere, più molteplici altri argomenti. Il “fenomeno” sociale del brigantaggio fu un vero tabù. Eppure, i tragici avvenimenti, accaduti in quel controverso periodo storico, coinvolsero soprattutto le regioni appartenenti all'ex Regno delle Due Sicilie, essi procurarono migliaia di vittime innocenti e distruzioni di interi paesi! I nostri grandi autori di canzoni? Silenzio assoluto! Vogliamo pensare che tale atteggiamento fu dovuto, magari, a mere esigenze di “tranquilla esistenza” anche per non incorrere in eventuali problematiche d'ordine giudiziario... Noti autori riconosciuti come "oltranzisti" o addirittura considerati "ribelli" tacquero su quei tristi eventi. Finanche il paladino, sensibile oltremodo alle problematiche esistenziali delle classi più disagiate e bisognose: Ferdinando Russo, il quale finì spesso nel mirino delle autorità come nostalgico dei Borbone, non produsse canzoni che trattavano il fenomeno. Consideriamo il 1880, data riconosciuta universalmente come punto d’inizio del periodo aureo della nostra canzone; infatti da tale data iniziarono a formarsi i vari storici binomi, nell’ambito della nostra gloriosa canzonetta: Salvatore Di Giacomo con Francesco PaoloTosti e Pasquale Mario Costa; Russo Ferdinando ed Emanuele Nutile; Aniello Califano ed Enrico Cannio, il buon Eduardo Di Capua con Giovanni Capurro, Pasquale Cinquegrana con lo sfortunato Vincenzino Russo furono quelli più duraturi. Il rapporto fra la canzone classica napoletana e il fenomeno del brigantaggio, purtroppo, fu episodico, produsse solo sporadici documenti. Tutti firmati da autori considerati di seconda fascia. Uno per tutti: Diodato Del Gaizo, ex frate e poi girovago; trainando, egli, il suo pianino a rullo marcato Vittorio Fassone. Oltre a diffondere la musica, questo vero e proprio spettacolo ambulante su due ruote, fornito di un pannello in legno compensato, con disegnate raffigurazioni, alquanto elementari; il tutto diretto a un pubblico di distratti passanti e numerosissime bande di scugnizzi, per la quasi totalità semianalfabeti. Disegni grezzi, fatti a mano che descrivevano, in poche piccole illustrazioni “pittoriche”, le varie fasi del “racconto canoro” che man mano si andava a sviluppare Diodato Del Gaizo (nella fattispecie) e più qualche altro consimile svolgeva quel “lavoro” attraversando le principali vie dalle città, inondandole di note e con le piccole mance guadagnate potevano permettersi almeno un pasto caldo giornaliero. E' dovuta a lui, nel 1898, la nascita di una canzone che affrontava lo scabroso argomento (molti volti noti evitarono abilmente di trattare); " 'O brigante Musullino", essa venne musicata dall’anch’esso popolare, musicista Luigi Fragna. Il nome cui faremo riferimento è quello di Giuseppe Musolino. Questi fu il primo, denominato dalle autorità costituite, "brigante" ad assurgere alle cronache criminali e quindi “appassionare e coinvolgere” emotivamente le classi meno abbienti e diseredate; ciò nonostante le sue sanguinose gesta. Nato in Santo Stefano in Aspromonte, a pochi chilometri da Reggio Calabria, il 24 settembre 1876, morirà nello stesso capoluogo calabro dopo aver scontato anni di carcere e di Istituto psichiatrico, usufruendo della Grazia del Capo dello Stato, pochi anni prima della sua dipartita, avvenuta il 27 gennaio 1956. Diodato Del Gaizo non desistette dal seguire le cronache relative al Musolino, già nel 1901 si interessò dell'arresto del latitante avvenuta ad Acqualagna, in provincia di Urbino. La musica di quella canzone fu composta ancora dal compagno d’avventure Luigi Fragna. Dopo la cattura...si arriva alla tentata fuga, era l’anno 1902. Come in un avvincente romanzo d'appendice, (genere all'epoca molto in voga) la storia ebbe un ulteriore seguito canoro, con la pubblicazione di "'A fuitina 'e Musullino..." superfluo citare il nome del poeta...provate ad immaginare...chi se non Del Gaizo? In questo caso egli fece a meno del Fragna, nel frattempo, emigrato negli Stati Uniti d’America. Stavolta si avvalse della musica del più noto ed eccellente nostro compositore popolare, il Maestro Eduardo Di Capua. Dopo queste primi, turbolenti, avvenimenti di cronaca nera si arrivò alla causa giudiziaria per il Musolino; per questioni d'ordine pubblico questa si svolse in Toscana, a Lucca, anno 1902. Diodato del Gaizo non si fece scappare l’occasione e Immancabilmente scrisse l’ennesimo racconto: " ' A causa 'e Musullino!" (A Lucca), musica dell’altrettanto noto compositore Giuseppe Capolongo.